Rifiuti organici

Avanzi di cibi crudi e cotti, lische di pesce, ossi, residui di pulizia delle verdure, gusci di crostacei, di frutta secca, d’uovo, pasta, sfarinati, terra, erba e foglie secche, rifiuti di giardinaggio (fiori e piantine recisi), residui di legno, stuzzicadenti, sughero, cenere, carbone, fiammiferi, fondi di caffé e di tè, lettiere di cani e gatti, carta unta, cassette di legno, fazzoletti sporchi, rafia, incensi.
Non gettare tra l’organico rifiuti che impedirebbero il processo di trasformazione come: liquidi, metallo, vetro, porcellana e terracotta, carta, medicinali, garze e cerotti, assorbenti e pannolini.
In alcuni comuni è possibile raccogliere i rifiuti organici in comuni buste di plastica; dopo la raccolta, specifici macchinari provvederanno a tagliare le buste separando l’organico dalla plastica del contenitore. L’uso delle buste in Mater-Bi (biodegradabili ma poco resistenti), in quel caso, non è obbligatorio.

LO SAI CHE…
i rifiuti organici possono diventare compost, un concime naturale che non inquina. Gli sfalci del giardino e il rifiuto umido della cucina sono infatti materiali biodegradabili e possono essere facilmente trasformati in rifiuto umido dai microrganismi compostatori.


Carta

Giornali, riviste, libri, piccole scatole da imballaggio, cartoncino e cartoni piegati, carta pulita in generale, tetrapak (confezioni di latte, succhi di frutta ecc.) (informarsi presso la ditta di smaltimento della propria città).

Attenzione! La carta deve essere pulita e non accartocciata.
Non lasciate la carta raccolta senza la protezione del sacchetto sotto la pioggia: diventa più pesante, difficile da trasportare e non può essere riciclata.

Non gettare insieme alla carta
Carta sporca, carte plastificate, carte metallizzate, carte oleate, carte vetrate, carta carbone
Questi prodotti bloccano un’intera fase di riciclaggio.

Sai che?
Per fare una tonnellata di carta riciclata servono:
0 alberi
1.800 litri di acqua
2.700 kwh di energia elettrica
Per fare una tonnellata di carta da cellulosa vergine servono:
15 alberi
440.000 litri di acquaragia
7.600 kwh di energia elettrica.

Il materiale recuperato viene inviato nelle cartiere che provvedono a trasformare la carta usata in nuova carta.
La carta viene sminuzzata e immersa in acqua calda, dove diventa una poltiglia. Questa poltiglia viene filtrata, depurata e, se necessario, sbiancata con solventi. A questo punto può essere reinserita nel normale circuito della produzione della carta, aggiungendola alla cellulosa vergine. E’ un processo più economico di quello che utilizza cellulosa vergine perchè possono essere evitati alcuni processi, come la separazione della lignina.

TANTI TIPI DI CARTA!
Quando differenziate la carta è necessario verificarne la tipologia, accertandovi che sia riciclabile: se ad esempio una rivista presenta una copertina esterna plastificata, è necessario separarla dalle pagine interne (che vanno inserite nel rifiuto carta e cartone) e conferirla nel secco non riciclabile.

Plastica

Bottiglie, flaconi, vaschette, confezioni per alimenti, sacchetti di nylon, pellicole per alimenti, cellophane, contenitori di cosmetici.

Attenzione!

Svuota e sciacqua bottiglie e contenitori prima di gettarli. Schiaccia contenitori e bottiglie per ridurre il volume ed ottimizzare lo spazio nelle buste e nei cassonetti.

Non gettare insieme alla plastica
Contenitori e bottiglie di sostanze tossiche, polistirolo, contenitori e bottiglie sporchi, pannolini ed assorbenti sporchi

Vetro e lattine

Bottiglie di vetro, vasetti, i contenitori di vetro con vuoto a perdere, barattoli, tappi di metallo, lattine, scatolette di tonno e di pelati, fogli di alluminio (es. carta dei vasetti dello yogurt), carta stagnola, cristallo, lenti di occhiali, fogli di protezione in alluminio del cioccolato.

Attenzione! Svuota e sciacqua le bottiglie e i contenitori! I tappi di plastica si possono riciclare gettandoli nel contenitore per la raccolta della plastica.

Non gettare insieme al vetro e all’alluminio
Ceramiche, porcellana, damigiane (che si possono riutilizzare), lampadine e neon.

Sai che…
per fare una tonnellata di vetro “vergine” occorrono
742 kg di sabbia, 170 kg di soda, 170 kg di calcare, 60 kg di feldspati.
Per fare una tonnellata di vetro grazie al riciclo si diminuisce lo spreco di materie prime almeno del 75% e si risparmiano 136 litri di petrolio per la fusione, che necessita di temperature molto più basse.

Il vetro raccolto viene inviato alle vetrerie e rientra senza nessun problema nel circuito della produzione del normale vetro. Il vetro viene frantumato per essere trattato. Creare vetro nuovo da vetro riciclato costa molto meno che realizzarlo da sabbie silicee, perchè le temperature necessarie alla fusione sono molto più basse ed è impegnata molta meno energia.

Indifferenziato

I rifiuti indifferenziati sono tutto quello che non si può riciclare, in pratica sono tutto ciò che resta dopo la raccolta differenziata e che andrà a riempire le discariche.

Cosa gettiamo tra gli indifferenziati?
Accendini, addobbi natalizi, nastri, aghi, attaccapanni in plastica, cotton-fioc, calamite, capelli, peli, carta per affettati, carta vetrata, cera, chiodi, ovatta, matite, penne, mozziconi di sigarette, lucida scarpe, siringhe, lamette usa e getta, padelle, cassette audio-video, cd, spazzolini, gomma da masticare, preservativi, saponette, spugne, panni elettrostatici da polvere, unghie, piastrine per zanzare, cosmetici, polveri dell’aspirapolvere.

Non gettare nell’indifferenziato:
Carta, plastica, vetro e alluminio, rifiuti organici, scarti vegetali.

Ingombranti

Mobili e oggetti d’arredamento, elettrodomestici, materassi e reti, tavole, pezzi di legno o ferro, sfalci e potature di grandi dimensioni, computers e apparecchiature informatiche, televisioni e videoregistratori.

Non gettare negli ingombranti
Calcinacci e scarti edilizi, veicoli e materiali di uso non domestico.

Come si eliminano i rifiuti INGOMBRANTI?

Consegnali all’Isola ecologica della tua città.

Cos’è l’isola ecologica?

E’ un’area a servizio della raccolta differenziata in cui possono accedere sia le utenze domestiche che le non domestiche; tale area è aperta in determinati orari e custodita da personale incaricato.

Cosa si può portare:
Carta e cartone, metalli, frigoriferi, vetro, lattine in alluminio e altro, vestiti o scarpe usate, olio minerale e olio alimentare di provenienza domestica (appositi raccoglitori per l’olio vegetale sono anche in diversi punti della città), batterie auto di provenienza domestica, plastica e imballaggi in plastica, cartucce vuote e nastri di stampanti e computer, legno (cassette, pallet, mobili, ecc), sfalci, foglie e potature siepi, rottami in muratura (piccole quantitò), lavandini, lavabi, non derivanti da attività artigianali, commerciali, industriali e imprese edili, pneumatici in gomma non di origine artigianale, commerciale o industriale, rifiuti urbani ingombranti o di origine domestica (materassi, reti da letto, mobili, elettrodomestici, ecc), televisori, computers, toner.

Rifiuti speciali

Le pile scariche e i farmaci si devono gettare nei contenitori che si trovano vicino a farmacie e tabaccai. Le pile vengono inviate a centri specializzati per il recupero di argento e mercurio, mentre il resto è smaltito nelle discariche speciali per rifiuti tossici e ncivi. Data la pericolosità di questi rifiuti, è indispensabile che le pile esauste non finiscano nei fiumi né siano gettate nei cassonetti dei rifiuti, ma che vengano avviate agli impianti di smaltimento dove vengono trattate in modo adeguato. I Farmaci sono prodotti chimici di sintesi sulle cui confezioni compare sempre una data di scadenza. Trascorso il termine ultimo indicato dalla casa farmaceutica, i medicinali non sono più utilizzabili e devono essere smaltiti correttamente.
Se devi smaltire una batteria auto puoi:
1)riconsegnarla al punto vendita
2)consegnarla all’isola ecologica

Pneumatici

Per le gomme lo smaltimento rappresenta l’ultima possibilità. I pneumatici in buono stato infatti possono essere rigenerati per essere poi di nuovo immessi sul mercato. Quelli ormai logori e non più utilizzabili devono invece essere portati presso le isole ecologiche, attrezzate per il ritiro, in modo da essere ugualmente riciclati. Le gomme vengono “recuperate” attraverso un processo di triturazione meccanica che separa i vari componenti assicurandone il riciclo (produzione di cavi isolanti, sottostrati antirumore nell’asfalto delle strade). E’ consigliabile rivolgersi sempre alle officine autorizzate per la sostituzione dei pneumatici perché queste sono in contatto con le società specializzate nel ritiro e nel trattamento di tali materiali. I pneumatici non devono mai essere abbandonati in quanto rischiano di andare incontro a combustione incontrollata emanando diossina.

Le gomme usate della tua autovettura, al momento del cambio, devi consegnarle al gommista che provvederà al loro smaltimento.


Raccolta Indumenti

Abiti, scarpe, borse e ogni capo di abbigliamento, in buone condizioni, si possono recuperare. Gli armadi di casa sono spesso pieni di vecchi abiti che nessuno indossa più. Se fino a qualche anno fa il loro destino, al momento di rinnovare il guardaroba, era quello di finire nella pattumiera, oggi c’è il modo di non farli finire in discarica. Tutto ciò che non è riutilizzabile è venduto come straccio e col ricavato si possono finanziare progetti di reinserimento sociale e di solidarietà sul territorio. Partecipare a queste raccolte differenziate è quindi anche segno di civiltà e solidarietà concreta.

Raccolta Oli vegetali esausti

La raccolta differenziata degli Oli Vegetali Esausti da utenza domestica permette ai Comuni di alleviare i costi di manutenzione dovuti a:
• Problemi di accumulo ed intasamento sulla rete di adduzione all’impianto e sugli impianti di sollevamento;
• Problemi pesanti che si possono verificare nelle fasi di trattamento biologico aerobico;
• Sovraccarichi nella fase di digestione anaerobica del fango.

La raccolta degli oli vegetali usati è attuata mediante isole ecologiche controllate.
Il fattore medio annuo di raccolta di O.V.E. di una famiglia è di 1,58 kg.

Olio di cucina Molti per comodità finiscono per buttarlo nello scarico del lavello, invece per l’olio da cucina usato esiste un apposito consorzio, il Conoe (Consorzio obbligatorio nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti, www.consorzioconoe.it) che, attraverso una rete di imprese qualificate provvede al ritiro di questi liquidi. Ristoranti, alberghi, rosticcerie, pizzerie e qualsiasi attività in cui vengono prodotti residui di frittura o assimilati, devono raccogliere queste sostanze in fusti metallici o in plastica, o in lattine, e contattare le imprese di raccolta affiliate al Conoe per concordarne il ritiro.
Secondo quanto previsto dal Dlgs n. 152/2006 modificato dal Dlgs 04/2008, le aziende che producono olio esausto e che non provvedono a consegnarlo alle aziende consorziate rischiano una multa da 250 a 1.500 euro. Infatti, se l’olio esausto venisse gettato nelle fognature, o in un corso d’acqua provocherebbe, oltre a fenomeni fermentativi, gravi danni all’ecosistema perché impedirebbe lo scambio di ossigeno tra l’aria e l’acqua mettendo a rischio elementari processi biologici.
Per avere informazioni sulle imprese specializzate nella raccolta di questi rifiuti è possibile contattare il consorzio al numero 02/7750342 o consultare il sito internet.

Oli lubrificanti

Per smaltire gli oli lubrificanti usati occorre rivolgersi alle aziende affiliate al Consorzio obbligatorio degli oli usati (Coou, www.coou.it), l’olio, se non eliminato si rivela essere una sostanza molto pericolosa. Allo stesso tempo però questo prodotto costituisce anche una risorsa economica perché il suo riutilizzo permette di contenere l’importazione degli idrocarburi.
Il Coou si avvale di una rete di raccolta che può essere contattata tramite il numero 800.863.048. Sarebbe opportuno smaltire l’olio presso le stazioni ecologiche attrezzate allo scopo oppure presso le stazioni di servizio o le officine autorizzate.
Chi disperde oli usati nell’ambiente è punito con pena pecuniaria che va da 105 a 620 euro oltre all’obbligo di rimozione e ripristino dello stato dei luoghi.
Si ricorda che le officine autorizzate sono obbligate a ricevere l’olio esausto senza richiedere nessun compenso in denaro.

Farmaci

Attenzione, i farmaci, siano essi sciroppi o pasticche, che siano scaduti o che non servano più, non si buttano nel bagno o nella spazzatura, occorre smaltirli procedendo a raccolta differenziata, in quanto prodotti che fanno parte della categoria dei rifiuti pericolosi.
I medicinali vanno smaltiti presso le isole ecologiche deputate ad accoglierli: il privato cittadino può benissimo lasciarli nei contenitori situati in prossimità di farmacie o di negozi che vendono prodotti sanitari, da dove verranno prelevati per essere destinati all’incenerimento.
Le siringhe, spesso presenti nell’armadietto delle medicine, una volta utilizzate avranno una destinazione finale differente: non andranno nell’indifferenziato, ma nei contenitori appositi ospitati presso le farmacie o le strutture sanitarie.

Rifiuti pericolosi

COS’È L’ETERNIT?
È un prodotto edile risultante dall’unione di amianto e cemento. Se l’eternit è molto degradato, le fibre di amianto possono venire rilasciate nell’aria e, se inalate, provocare dei danni, anche seri, all’apparato respiratorio. È necessario tenere sotto controllo le costruzioni in eternit delle nostre abitazioni per avere informazioni sul loro smaltimento. Si raccomanda, quindi, di contattare una ditta specializzata.

TONER E CARTUCCE ESAUSTE:
la raccolta di toner e cartucce esauste avviene presso l’isola ecologica. Ogni toner o cartuccia deve essere inserito all’interno di un sacchetto, non consegnati sfusi.

Rifiuti elettrici ed elettronici.

La sigla Raee è ormai entrata nell’uso comune: è il termine che individua i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Si tratta di tutte quelle apparecchiature che, terminato il loro ciclo di vita, non ci servono più e vanno dalla lampadina al frigorifero, dal condizionatore alla Tv, dalla lavatrice al frullatore, dal computer alla stampante.
Disperderli, incontrollatamente, significa sia diffondere nell’ambiente sostanze pericolose per la salute e l’ecosistema (piombo, cadmio, mercurio, cromo esavalente, policlorobifenili, idroclorofluorocarburi), sia perdere materiali preziosi che possono essere reintrodotti nei cicli produttivi evitando lo spreco di risorse (rame, argento, oro, plastiche, vetro, alluminio).
Il loro smaltimento insieme al rifiuto urbano va, dunque, evitato e la porola d’ordine è: “recupero”.
A tal fine, entro il 31 dicembre 2008 dovrà essere raggiunto un tasso di raccolta separata dei Raee pari ad almeno 4 chili in media per abitante all’anno, un obiettivo elevato che nasce dagli obblighi comunitari, tradotti in Italia con il Dlgs 151/2005. Sul piano pratico questo significa la necessità che i cittadini non gettino mai i propri Raee nel cassonetto multimateriale (se piccoli, come ad esempio un phon o un ferro da stiro) né abbandonarli lungo le strade o vicino ai cassonetti (quando sono grandi, come ad esempio una lavatrice o una lavastoviglie).
Il cittadino deve conferire i Raee generati dal proprio consumo in due modi distinti:
a) se non compra un elettrodomestico nuovo di pari utilizzo, deve conferire presso i centri di raccolta allestiti dai Comuni (eco-piazzole);
b) se compra un elettrodomestico nuovo di pari utilizzo, deve consegnare il vecchio al negoziante (distributore) dove si reca per comprarlo. Tale negoziante dovrà avere un apposito stoccaggio autorizzato presso il quale mettere i Raee che gli sono stati consegnati, per poi darli a chi li porterà presso i centri di trattamento.
Il collegamento tra il negoziante e il centro di trattamento è assicurato dai Consorzi di produttori delle apparecchiature nuove che si sono organizzati a riguardo.
Questa seconda opzione è vera, per il momento, solo in linea teorica.
Quello dei Raee è un sistema al massimo livello di complessità, dove figurano numerosi attori, ognuno con specifici compiti. Produttori di elettrodomestici: devono finanziare, organizzare e gestire un sistema integrato per il trattamento dei Raee, aderendo a specifici Consorzi che ritirano i Raee dai centri di raccolta comunali e dagli stoccaggi dei negozianti per portarli verso i centri di trattamento e recupero.

Attualmente non ritirano perché le regole non sono ancora totalmente definite.

Comuni: devono organizzare e mettere a disposizione dei cittadini e dei negozianti i centri di raccolta (eco-piazzole).
Non possono più pagare i centri di trattamento perché dal 1° gennaio 2008 l’obbligo compete ai produttori.

Distributori (negozianti): devono ritirare gratuitamente i Raee consegnati dai cittadini all’atto dell’acquisto di uno nuovo e di pari impiego (l’obbligo, per ora, è sospeso in attesa di regolamento ministeriale che semplifichi gli obblighi di stoccaggio e trasporto del negoziante).

Cittadini: devono consegnare i Raee esclusivamente nelle eco-piazzole comunali oppure consegnarli ai negozianti quando acquistano un elettrodomestico nuovo con analoghe funzioni. In questo caso il ritiro sarà gratuito ma l’obbligo per il negoziante oggi non è ancora operante. Devono pagare un eco-contributo (oltre alla tariffa-tassa comunale), inoltre potrebbero sentirsi richiedere il pagamento di un prezzo per il trasporto da casa fino alla eco-piazzola, poiché tale costo non è coperto dall’eco-contributo.

Pile, batterie o accumulatori.– Quando si esauriscono non vanno buttate con gli altri oggetti.

– Chi non ha una pila in qualche oggetto di uso comune? Il telecomando, l’accendigas, la sveglia, il lettore MP3, solo per limitarci alle cose più piccole. Ma attenzione: le pile, una volta esaurite, in nessun caso devono essere gettate nella pattumiera o nei sacchi dedicati alla raccolta differenziata di
altri prodotti. Essendo rifiuti speciali pericolosi, vengono infatti raccolte a parte perché, dalle operazioni di smaltimento siano eliminati quei componenti che contengono sostanze e liquidi con un alto tasso inquinante. Da alcuni tipi di pile è possibile infatti recuperare solo alcuni materiali utili come metalli pesanti (ad esempio il lamierino d’acciaio del rivestimento).
Col termine di pile (o meglio pile a secco) sono da intendersi le batterie di piccolo formato utilizzate per alimentare elettrodomestici e apparecchi elettronici. Contengono, oltre all’acido solforico, metalli come ferro, piombo e litio ( anni fa anche cadmio e mercurio). Anni or sono le pile venivano interrate nelle discariche o bruciate negli inceneritori provocando notevoli danni ambientali: se seppellite nelle discariche, gli involucri si corrodevano facendo fuoriuscire le sostanze tossiche nell’ambiente; nel processo di incenerimento invece molti materiali tossici venivano vaporizzati nell’atmosfera per poi ricadere al suolo e nei corsi d’acqua inquinandoli.
L’unica soluzione è quella di smaltire correttamente le pile presso gli impianti preposti. Vanno per questo inserite nei contenitori ad hoc che si possono trovare sulle strade o presso alcuni esercizi commerciali: uffici postali, tabaccai, anche presso le farmacie. Per facilitare il recupero, molti comuni hanno lanciato delle convenzioni per far diventare punti di raccolta gli esercizi di vendita pile. Le pile al nikel-cadmio vanno anch’esse smaltite negli appositi contenitori.

– Esiste un consorzio per la raccolta degli accumulatori non più funzionanti: il Consorzio obbligatorio batterie esauste (Cobat, www.cobat.it) , la cui attività si sviluppa attraverso una rete apposita. Sono state infatti realizzate convenzioni con gli enti locali o con gestori della raccolta differenziata per la distribuzione sul territorio di contenitori specifici per il ritiro di questi prodotti e stipulati accordi con imprese della grande distribuzione, che commercializzano batterie, in modo da avviare servizi di raccolta presso gli stessi luoghi di vendita. Gli accumulatori possono essere depositati solo negli appositi contenitori in quanto contengono piombo e acido solforico, materiali altamente tossici per l’ambiente. Lo smaltimento è gratuito.

ACCIAIO www.consorzio-acciaio.org
ALLUMINIO www.cial.it
CARTA www.comieco.org
LEGNO www.rilegno.it
PLASTICA www.corepla.it
POLIETILENE www.polieco.it
VETRO www.coreve.it

E’ vietato
abbandonare
qualsiasi tipo di rifiuto lungo le strade e sul territorio

Smaltire i rifiuti in modo autonomo bruciandoli nel proprio giardino, oltre ad essere un’infrazione che prevede una multa e provoca esalazioni tossiche dannose per l’ambiente e per i tuoi cari.
È come avere un piccolo inceneritore… PENSACI!

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