La raccolta differenziata è l’unica alternativa valida agli inceneritori. Ora li chiamano termovalorizzatori, ma sono la stessa cosa. Di recente usano anche altri nomi, un po’ fantasiosi, che evocano ecologia e risorse energetiche “biologiche”. Li chiamano “impianti di recupero energetico”, “centrali a biomasse”, ma il succo, la sostanza, non cambia. Quando si brucia si inquina, è un dato di fatto. Ceneri e polveri inquinano l’ambiente e minano la salute delle persone. Stiamo attenti a questi impianti, ce li possiamo ritrovare sotto casa senza neanche accorgercene, con questi nomi così ben mimetizzati.
La raccolta differenziata stenta a partire. Solo in alcuni paesi, di solito non molto grandi, si arriva a percentuali alte. Nelle città c’è sempre gran caos, e troppo spesso la differenziata viene fatta male. Molte persone pensano che “tanto paghiamo lo stesso” e che quindi “non conviene” farla. Non si conteggia però il costo intrinseco, quello legato alle malattie provocate dagli inquinanti derivati dalle discariche o dall’abbandono incontrollato dei rifiuti. Il nostro territorio è martoriato da decenni di incoscienza e di malaffare, che hanno portato ad una situazione critica in diverse regioni italiane. Napoli insegna…
Gli inceneritori non sono la soluzione. Esistono paesi nei quali si è arrivati ai “Rifiuti Zero”, soltanto con un po’ di accortezza e di intelligenza nelle scelte. In alcuni posti ci si stanno avvicinando, alcuni ci sono già arrivati (ZeroWaste).
Insomma, le alternative ci sono. Il web è pieno di consigli e suggerimenti. Fatevi “un giro”…
Differenziamoci prima di essere sommersi dai nostri stessi rifiuti….
Si. Parole Sante. Ma, vabbene differenziare, va benissimo. Va bene diffondere questa santa e unica abitudine salvaambiente e quindi salvauomo. Ma prima o poi va fatto un report sulla filiera del riciclaggio. Vabbene essere ottimisti, bisogna essere sicuri che quello che il cittadino differenzia, poi, non riunito tutto e bruciato tutto insieme negli incenritori grazie a qualche amministrazione corrotta (nere e rosse, di bianco è rimasto poco).