Da Wikipedia:
Il riciclaggio della carta è un settore specifico del riciclaggio dei rifiuti.
Gli impieghi fondamentali della carta sono:
* supporto fisico per la scrittura e la stampa;
* materiale da imballaggio.
Si tratta di prodotti di uso universale, con indici crescenti di produzione e di domanda (il consumo pro-capite di carta e cartoni in Italia era stimato da MinAmbiente nel 2002 a 186 kg/abitante, a fronte della media UE di 203,7 kg/abitante), e il cui utilizzo ha a valle una forte e diffusa produzione di rifiuti.
Come tutti i rifiuti, la carta pone problemi di smaltimento. La carta è però un materiale riciclabile. Come il vetro, infatti, la carta recuperata può essere trattata e riutilizzata come materia seconda per la produzione di nuova carta.
La trasformazione del rifiuto cartaceo (che si definisce carta da macero) in materia prima necessita di varie fasi:
* raccolta e stoccaggio (in questa fase è particolarmente rilevante che le amministrazioni locali richiedano e organizzino la raccolta differenziata dei rifiuti);
* selezionamento (per separare la fibra utilizzabile dai materiali spuri – spaghi, plastica, metalli – che normalmente sono incorporati nelle balle di carta da macero);
* sbiancamento (per eliminare gli inchiostri)
A questo punto del ciclo, la cellulosa contenuta nella carta-rifiuto è ritornata ad essere una materia prima, pronta a rientrare nel ciclo di produzione.
Costi e benefici del riciclaggio
Dal punto di vista economico, il riciclaggio è sicuramente meno costoso che l’incenerimento.
Infatti, il costo dell’incenerimento di una tonnellata di rifiuti varia, a valle dei costi di raccolta e secondo l’impianto, tra 96 e 192 euro/tonnellata, mentre il trattamento della carta straccia costa tra 64 e 96 euro/tonnellata (fonte: UFAFP, Ufficio Federale (svizzero) dell’Ambiente, delle Foreste e del Paesaggio).
È ovvio che la carta riciclata non produce un pari peso di carta “nuova” (sicché per fare una tonnellata di carta nuova ci vuole normalmente – e comunque in misura variabile a seconda degli impianti e del prodotto fabbricato – anche una certa percentuale di cellulosa fresca, proveniente da alberi), e che il procedimento ha i propri costi – economici, energetici e di inquinamento.
Tuttavia:
* la fonte indicata sopra sostiene, ad esempio, che nelle fabbriche che producono carta per giornali da carta da giornali riciclata non si usa più cellulosa proveniente da alberi;
* il costo della materia prima riciclata è notevolmente più basso di quello della pasta di legno, i relativi scarti possono essere utilizzati come combustibile cogeneratore del vapore necessario al processo di fabbricazione, e la produzione è meno inquinante;
* il riciclaggio riduce la quantità di rifiuti da trattare, i relativi costi di stoccaggio, lo spreco di spazio da destinare allo stoccaggio medesimo, l’inquinamento da incenerimento, e ovviamente il consumo di alberi vivi (anche se gli alberi impiegati per la produzione della carta provengono da vivai a coltivazione programmata dove vengono periodicamente tagliati e ripiantati).
I tipi di carta non riciclabili sono:
carta sporca di cibo o di altre sostanze, carta oleata o plastificata, carta chimica da fax, piatti e bicchieri di carta, carta carbone, carta chimica tipo fax o schedine, carta con residui di colla o altre sostanze tossiche, carta metallizzata, carta vetrata.
Attenzione però, perchè questi prodotti bloccano un’intera fase di riciclaggio.
I poliaccoppiati (tetrapack) in alcuni comuni vengono riciclati insieme al resto della carta (seppure con alcuni dubbi).
Attenzione anche a non gettare insieme alla carta riciclabile la carta unta o sporca di materiali tossici o pericolosi (cartoni per pizze, tovaglioli da cucina unti, carta sporca di diluenti, vernici o altro) e non accartocciarla.
Vanno nel bidone della raccolta carta: giornali, riviste, libri, piccole scatole da imballaggio, cartoncino e cartoni piegati, carta pulita in generale, tetrapak (confezioni di latte, succhi di frutta ecc.) (informarsi presso la ditta di smaltimento della propria città).
E’ preferibile non lasciare la carta raccolta senza la protezione del sacchetto sotto la pioggia: diventa più pesante, difficile da trasportare e non può essere riciclata.
Attenzione ai materiali diversi utilizzati insieme: se ad esempio una rivista presenta una copertina esterna plastificata, è necessario separarla dalle pagine interne (che vanno inserite nel rifiuto carta e cartone) e conferirla nel secco non riciclabile.
E’ vero, la più amica delle foreste è la riciclata (prodotta da da macero). Bisogna però fare attenzione che nella fabbricazione di riciclata non siano stati utilizzati prodotti nocivi. La deve essere “senza cloro” se vogliamo essere sicuri che non crei problemi all’ambiente. Ecco perché esistono le certificazioni ecologiche che aiutano i consumatori durante l’acquisto. Il simbolo FSC per esempio, vuole indicare una ” ecologica, anche se non è riciclata.
Il simbolo FSC (Forest Stewardship Council) garantisce con precisione che le materie prime utilizzate dall’azienda cartaria provengono solo da foreste dove è stato rigorosamente rispettato l’ecosistema.