di: Mario Di Francesco
Parliamo di inceneritori o, come si vuole più elegantemente ed ingannevolmente chiamarli, “termo-valorizzatori”.
Le immagini di Napoli, ferita nella dignità, i cumuli di spazzatura che riempiono le strade, ci portano di nuovo prepotentemente sul tema rifiuti-emergenza e l’emergenza, l’emotività che le immagini stimolano, spesso innescano richiesta di soluzioni ancora più dolorose, negative per la collettività, lucrose per pochi.
Quella che può e deve essere la strada maestra è la raccolta differenziata spinta: Vi invito ad andare su youtube e cercare “Vedelago riciclo 95%” o “rifiuti zero”. Prendetevi cinque minuti di tempo, ne vale sicuramente la pena.
Soffermiamoci ora sul perché è cosi importante.
Per prima cosa bisogna educare e stimolare i cittadini ad essere protagonisti, cominciando a capire perché è necessaria la raccolta differenziata, in modo particolare l’umido che si trasforma in compost (tutti sanno che potrebbe sostituire i concimi chimici, spesso dannosi alla salute ed all’ambiente, con beneficio per tutti!).
L’impianto di Vedelago riesce a riciclare sino al 97% e ciò che resta è materiale inerte, assolutamente non nocivo.
Le aziende manifatturiere possono guadagnare dai prezzi più bassi delle materie prime riciclate: plastica, alluminio, vetro, ecc…
Le famiglie possono avere una tassa per i rifiuti più bassa.
Non si brucia niente, ed evitando la combustione negli inceneritori si evita la produzione di nuovi composti, molto tossici, e la dispersione nell’aria di metalli pesanti, altamente cancerogeni assieme alla famigerata diossina. La tossicità della diossina è confermata da numerosi studi, pertanto per abbatterne la produzione si aumentano le temperature, con conseguenze ancora più nocive: la formazione di polveri sottili. Queste nanopolveri sono impossibili da neutralizzare o filtrare e il nostro apparato respiratorio non ha difese contro di esse.
Inoltre le polveri, oltre che inquinare le aeree circostanti, si disperdono nell’atmosfera toccando territori lontani e ciò a seconda di come tira il vento. Nessuno ne è immune!
Le ceneri residue dalla combustione cubano per un 25/30% del prodotto base e sono particolarmente tossiche: devono infatti essere smaltite con costose ulteriori lavorazioni, sempre che si voglia fare per bene il lavoro e non vengano, notte tempo, disperse nell’ambiente.
Quindi chiediamoci: quanto costa realmente un inceneritore?
Un inceneritore costa 10/15 volte più dell’impianto di Vedelago. Senza considerare il costo in salute. Difficile da credere, vero?
La domanda nasce spontanea: perché allora non si adotta la soluzione del riciclo 95%?
Basterebbe semplicemente copiare i comuni che hanno adottato il “modello Vedelago” ed insegnare alla popolazione le buone pratiche per differenziare al meglio.
Facciamo girare l’informazione “Vedelago riciclo 95%”!
Oltre i “termovalorizzatori” esiste anche una pessima pratica di bruciare rifiuti nei cementifici” ed in altre aziende simili. Questo deve far preoccupare non poco.
La salute è legata alla prevenzione ed allora come non capire che un ambiente pulito è il miglior alleato per una sanità più responsabile?
Uno slogan dice “un altro mondo è possibile” ed io aggiungo che è anche necessario come è necessario avere uno stile di vita diverso e più responsabile per noi, per i nostri figli e per l’ambiente.
Tag:cancro, diossina, incenerimento, inceneritori, inquinamento, nanoparticelle, nanopolveri, raccolta differenziata, termovalorizzatori